Sbocchi lavorativi

Profilo: Esperto di tendenze e creazione di moda
Funzioni: - direttore creativo
- consulente nella pianificazione strategica per istituzioni pubbliche e private
- ricerca e scouting delle nuove tendenze,
- valutazione e definizione di business plans
- Fashion Supervisor.

Competenze: - elaborazione di ipotesi strategiche riguardanti nuove tendenze e applicazione di nuove tecnologie
- identificazione di nuove prospettive estetiche e stili emergenti, di nuove tendenze nella moda e nella comunicazione
- definizione di nuovi scenari nella cultura del Fashion
- supervisione di ricerche nel campo della moda, controllo delle metodologie adottate per la raccolta dati
- monitoraggio degli spazi dedicati alla moda nei media tradizionali e nuovi
- elaborazione di reports e presentazioni, supervisione di testi, immagini e grafici
- definizione di nuovi concepts per nuovi prodotti
- identificazione e definizione di idee per nuove collezioni di moda
- analisi e elaborazione di business plans nel breve e medio termine, per accrescere le connessioni tra finalità economiche e culturali delle nuove produzioni o della nuova comunicazione di moda
- direzione e coordinamento di gruppi di lavoro
- attività di design e supervisione dell'immagine integrata delle aziende pubbliche e private
- supervisione delle relazioni tra team creativi e produttivi

Sbocchi professionali: - Aziende del tessile e di abbigliamento
- Società di consulenza, agenzie di marketing e istituzioni di ricerca specializzate nella previsione e nell'analisi delle nuove tendenze
- Società di consulenza, agenzie di marketing e istituzioni di ricerca specializzate nella valutazione dei business plans.


Profilo: Esperto in cultura e comunicazione di fashion
Funzioni: - direttore creativo
- supervisor di comunicazione e branding
- manager di press and social media
- consulente di immagine
- curatore di eventi e mostre
- manager di Visual Merchandising


Competenze: - direzione creativa e supervisione di progetti di comunicazione
- design e organizzazione di eventi culturali, mostre, fashion shows
- concept e organizzazione di spazi commerciali
- ricerca e ideazione di nuove forme di distribuzione
- design dell’immagine integrata e di soluzioni sull’uso dei marchi per aziend, istituzioni e associazioni impegnate nella moda
- creative concept e direzione di riviste, format televisivi, blogs e siti web dedicati, visual books per aziende, cataloghi per il merchandising e la promozione di prodotti collaterali
- concept e organizzazione di eventi per la comunicazione sui media
- direzione e sviluppo di specifiche ricerche finalizzate alla migliore conoscenza e informazione sulla storia, il mondo e le tendenze della moda


Sbocchi professionali: - istituzioni pubbliche e private, aziende, fondazioni, gruppi editoriali e webcompanies interessate alla cultura del Fashion
- agenzie impegnate nella pubblicità e nella promozione di iniziative
- agenzie e società impegnate in programmi commerciali e in convegni, mostre, fiere, nel management di eventi e nell’ideazione di nuove forme promozionali per la diffusione della cultura della moda in nuovi mercati
- agenzie di stampa e di comunicazione, aziende editoriali, studi professionali attivi nella progettazione, nella cura o nella presentazione di marchi e di prodotti
- consulenza e management aziendale per musei, fondazioni, gallerie, biblioteche, archivi etc.


Il giorno 16 aprile 2018, alle ore 9 alle ore 15, si è tenuto – tramite convocazione telematica – l’incontro di consultazione tra i responsabili del Corso di Studio in Fashion Studies e i referenti delle organizzazioni rappresentative delle professioni di riferimento.
All’incontro erano presenti:
Per il Corso di Studi:
Prof. Romana Andò (Presidente del CdS)
Prof. Alessandro Saggioro (docente del CdS)

Per le organizzazioni rappresentative:
• Carlo Poggioli – Presidente ASC (Associazione Italiana Scenografi, Costumisti, Arredatori
• Massimo Torti – Segretario Generale Federmoda
• Romano Benini – Consulente tecnico CNA, (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa)
• Marialuisa Gavazzeni Trussardi – Presidente Trussardi S.p.A.
• Isabella Spagna – Diesel S.p.A Human Resources Department
• Matilde Amaturo – Direttore del Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX
• Roberto Manzoni Presidente Fismo Federazione Italiana Settore Moda

Punti all’ordine del giorno:
- Offerta formativa complessiva del CdS: considerazioni delle parti interessate su profili professionali, sbocchi occupazionali, quadro delle attività formative [si veda l’Ordinamento del CdS]. Punti di forza ed eventuali criticità. Eventuali suggerimenti.
- Ruolo dei tirocini in ambito moda.
- Opportunità di futura collaborazione tra il CdS e le parti consultate, es. presentazioni di libri, attività informative, conferenze, future occasioni di realizzazione di tirocini ecc.

Di seguito i contributi ricevuti:

Carlo Poggioli (Presidente ASC)
Il programma proposto è molto interessante, ben articolato, ma a nostro parere avrebbe bisogno di un approfondimento relativo allo studio del make-up e dell'hair style (con relative contaminazioni fra moda e costume ) e forse di qualche lezione sulla storia degli accessori , mirata in particolare allo studio della storia del gioiello e delle calzature.

Credo sia necessario un incontro per definire la tipologia di lezioni che i nostri soci A.S.C. (professionisti operanti nel settore cinematografico, teatrale e televisivo) potrebbero sviluppare nell'ambito del corso.
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Contributo Massimo Torti (Segretario Generale Federmoda)
“In relazione alla consultazione per il corso di laurea magistrale in scienze della moda (Fashion Studies), si ritiene che il progetto di corso di laurea e in particolare gli insegnamenti previsti siano in linea con le aspettative del mercato della moda.

Si crede interessante approfondire alcune tematiche di interesse trasversale come la normativa sul made in Italy (la cui indicazione non è obbligatoria in etichetta). Va saputo, infatti, che per il codice doganale UE basta l’ultima lavorazione sostanziale per attribuire l’origine di un prodotto. Il “100% Made in Italy”, invece, riguarda l’effettuazione in Italia delle 4 fasi - filatura, tessitura, nobilitazione e confezionamento. Un altro utile approfondimento normativo riguarda l’etichettatura dei prodotti tessili e delle calzature (anche alla luce delle sanzioni previste dal D. Lgs. 190 del 15 novembre 2017 entrato in vigore il 4 gennaio 2018), in quanto - unitamente al “Made in” - contribuisce a dare un valore di trasparenza e fiducia nei rapporti con in consumatori. Sarebbe poi interessante considerare, oltre agli sviluppi di mktg e commerciale dei brand sui monomarca, anche quelli sui negozi multimarca (in calo, ma numericamente ancora molto importanti). Proprio sulle politiche di mktg e commerciali di questi ultimi, va considerata la diversità di approccio e mezzi in ambito di innovazione e di metodi e strumenti rispetto a quelli di catene e attività maggiormente strutturate. Ci si riferisce, ad esempio, a leve di marketing multisensoriale fino alla conoscenza, raccolta e normale utilizzo di big data e indicatori di performance (KPI). Dati che si possono raccogliere ed analizzare in presenza di un CRM dedicato. In relazione alla comunicazione, sarebbe poi interessante volgere uno sguardo al dilagante fenomeno degli “influencer” che affiancano i “testimononial”.
Quanto ai possibili sbocchi lavorativi, la fashion experience potrebbe produrre nuove figure interdisciplinari che seguano trend internazionali. Anche per queste motivazioni, si ritiene utile l’erogazione in lingua inglese dell’intera offerta formativa.”
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Contributo Romano Benini (Consulente tecnico CNA Nazionale)
“Il corso può rispondere ad una domanda, molto in crescita, di conoscenza del sistema MODA ITALIA in ragione dell'aumento della domanda e dell'export e questo consente di rafforzare e di promuovere il corso come luogo della conoscenza del sistema MODA con attenzione molto allo specifico contesto italiano.

questo implica a mio parere un possibile ulteriore sforzo perchè il corso, come credo interessi anche agli studenti, permetta una conoscenza anche degli aspetti sociologici ed economici dello stile italiano e delle ricadute sulla Moda italiana. In questo senso è possibile prevedere insegnamenti specifici, rafforzare gli attuali e prevedere un rapporto ancora più stretto col sistema delle imprese e con l'attenzione agli aspetti delle competenze,del lavoro, dell'organizzazione produttiva, dei distretti e dei prodotti. Penso poi che l'attenzione debba rivolgersi alla Moda in senso lato, quindi abbigliamento, accessori, pelletteria, ma anche tutto quanto riguarda l'alta gamma ed il lusso. Ritengo infine che il tema della manualità artigiana sia importante.

In questo senso il corso può diventare interessante non solo per chi intende occuparsi di comunicazione ed eventi, ma anche di chi intende occuparsi di marketing e vendite, mi riferisco in particolare agli studenti stranieri che in questo modo, data la competenza acquisita, possono lavorare presso gli uffici acquisti delle grandi aziende di import export o della distribuzione commerciale.”
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Contributo Marialuisa Trussardi (Presidente Trussardi S.p.A.)
“Il corso di laurea magistrale in fashion studies è ben strutturato rispetto alle diverse tipologie di professionalità che caratterizzano oggi il sistema moda e i profili professionali attesi appaiono coerenti sia con la completezza della didattica sia con le attese del mercato del lavoro.
Le discipline economiche, in particolare, rivestono un ruolo decisivo per la comprensione dei processi di sviluppo del settore e per garantire un costante collegamento tra dimensioni creative, produttive e del consumo.
Un aspetto positivo è rappresentato dal fatto che il corso sia erogato in lingua inglese per preparare studenti italiani e internazionali ad interagire con gli attori, anche emergenti del sistema moda globale.”
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Contributo Isabella Spagna (Diesel S. p. A.)
“Per quanto riguarda il progetto del corso di laurea e gli insegnamenti previsti, un suggerimento è quello di dare spazio a insegnamenti che abbiano un taglio pratico e professionalizzante (bene i format workshop) piuttosto che un taglio teorico/storico (es. storia del fashion, sociologia della moda, ecc.). Lo scopo è mettere gli studenti in condizione di costruirsi una professionalità quanto più pronta e spendibile anche dal punto di vista tecnico (ad esempio evidenziando 2-3 filoni di insegnamenti che indirizzino a professionalità specifiche).
Per quanto riguarda gli sbocchi lavorativi e professionali, seguendo la riflessione precedente, troviamo gli sbocchi indicati molto “alti” e diversi tra loro. Non so se sia questa la riflessione attesa, ma suggeriremmo di specificare con chiarezza quali sono i possibili sbocchi immediati e i successivi percorsi di carriera, indicando le posizioni più alte (es. direttore creativo) come punto di arrivo.
Rispetto allo svolgimento interamente in lingua inglese, troviamo sia una scelta attuale e in linea con le richieste del mercato.”
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Contributo Matilde Amaturo (Direttore Museo Boncompagni Ludovisi)
“Gli studi e i programmi proposti risultano particolarmente interessanti per una ricognizione degli archivi della moda e delle collezioni in deposito presso questo Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative e il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX.
Gli stage e i tirocini eventuali preso il museo costituiscono una opportunità per integrare gli obiettivi formativi con una pratica dedicata alle diverse figure professionali dedicate ai tessuti presso un museo così tipologicamente definito (restauro tessuti, schedatura e catalogazione abiti e accessori, fashion design, strategia della comunicazione)
Positiva possibilità di utilizzare le capacità linguistiche per una comunicazione tecnica sulla moda.”

Contributo Roberto Manzoni (Presidente FISMO)
“Sicuramente la scelta del settore è giustissima: la moda è uno dei pochi settori che ancora contribuisce ad occupazione ed economia ed è molto forte nell’esportazione. Quindi strategicamente giusto e ben impostato; conseguentemente positivo lo svolgimento in inglese in quanto le aziende che tengono, esportano la maggior parte della produzione.
Molto positivo altresì il rapporto con associazioni ed imprese e la volontà di continuare nella collaborazione. Mi sembra molto buono tutto il capitolo riguardate cultura e comunicazione, così come la successiva su tendenze e creazione. Forse manca un approfondimento sulla compatibilità economica e sulla redditività delle azioni”.

I Proff. Andò e Saggioro ringraziano e salutano gli intervenuti.

L’incontro si conclude alle ore 15
Letto, approvato e sottoscritto seduta stante.
Il Presidente del CdS Prof. Romana Andò
Il Segretario verbalizzante Prof. Alessandro Saggioro