Sbocchi lavorativi

Profilo: Assistente di progettazione in ambito di cooperazione
Funzioni: I laureati potranno svolgere attività lavorativa sia come liberi professionisti (freelance), sia come quadri o team leader per attività di progettazione in enti e organizzazioni nel campo della cooperazione e dello sviluppo, di ambito internazionale e locale.
Competenze: I laureati potranno inserirsi nel campo della progettazione in ambito di cooperazione internazionale, decentrata, delegata, sia per svolgere attività di desk-analysis che direttamente sul campo, nelle funzioni di individuazione dei bandi; supporto alla scrittura dei progetti; assistente di progetto sul campo; individuazione dei finanziamenti; attività di rendicontazione.

Sbocchi professionali: I laureati nel corso, data la fisionomia multidisciplinare e l'approfondimento delle conoscenze relative, potranno svolgere attività professionali nella pubblica amministrazione, presso le organizzazioni nazionali ed internazionali, anche non governative, presso società private nel campo della cooperazione allo sviluppo, del volontariato e del terzo settore, nonché presso istituzioni educative e della cooperazione sociale e culturale fra paesi a diverso livello di sviluppo.



I referenti del CdS hanno attivato un canale di confronto permanente, sia in via ufficiale che ufficiosa, con i rappresentanti delle organizzazioni di settore, relativamente all’ambito della Cooperazione internazionale, a margine di eventi organizzati dall’Area didattica di “Cooperazione e sviluppo”, che hanno visto la partecipazione attiva degli studenti. Tali occasioni si sono rivelate utili per sottoporre a valutazione l’offerta formativa del CdS, al fine di ricevere indicazioni migliorative da parte di esperti del settore.
Si segnalano, in particolare, le seguenti iniziative:
- 15 maggio 2017: Incontro con il Viceministro alla Cooperazione internazionale Mario Giro, dal titolo “Lavorare nella Cooperazione”, presso il Centro Congressi di Ateneo, con la partecipazione, tra i relatori, del Presidente del CISP Paolo Dieci; del Rappresentante dell’AICS Mirko Tricoli; del Responsabile HR di CRI Simone Sgueo; della responsabile HR di AMREF Paola Cocchi. In tale occasione sono state illustrate agli studenti le opportunità di avviamento e inserimento professionale nel mondo della Cooperazione ed è stato testato il livello di preparazione e professionalizzazione impartito nell’ambito dei percorsi formativi del CdS;
- 7 luglio 2016, Aula organi Collegiali, Rettorato: Incontro con Laura Frigenti, Direttore AICS, dal titolo “La nuova Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo”, con la partecipazione del Direttore AICS Giordania Michele Morana; durante l’evento sono stati delineati gli ambiti di possibile interazione tra Agenzia e CdS, soprattutto in riferimento alle carenze di organico della neonata struttura;

Dal 29 marzo all'1 aprile 2016 si è svolta la Consultazione delle Parti sociali per l'Area didattica di Scienze della Cooperazione e sviluppo, in via telematica. Vi hanno preso parte: Marco Cilento, docente dell'Area didattica; Michele Morana, Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo; Daniele Fusi, Responsabile Fund-raising della ONG Action Aid; Simone Sgueo, Responsabile HR di Save the Children Italia; Luigi Grando, Direttore del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP); Gabriele Verginelli, Responsabile Progetti ONG Halieus; Marco Sassi, Presidente del VIM (Coordinamento delle ONG italiane in Madagascar).
Dalla consultazione è emerso, tendenzialmente, un giudizio positivo dell'offerta formativa dei due corsi di laurea, triennale e magistrale, ma sono stati rilevati anche alcuni aspetti critici. Gli insegnamenti che andrebbero integrati nell'offerta formativa, ai fini di un più facile inserimento nel mondo della cooperazione internazionale sono: i) insegnamenti relativi all'utilizzo di finanziamenti gestiti dalla pubblica amministrazione, ii) insegnamenti relativi alla gestione di programmi di sviluppo economico e sociale; iii) insegnamenti sull'applicazione del codice degli appalti pubblici; iv) insegnamenti relativi all'analisi e alla valutazione di programmi di cooperazione internazionale; v) insegnamenti relativi alla figura di ""mediatore culturale"". In particolare, si è rilevato che Conoscere la parte relativa al reperimento risorse finanziarie penso sia essenziale per chiunque voglia approcciarsi al mondo della Cooperazione. Capirne dimensioni, logiche e differenze fra le differenti fonti, ancor più che padroneggiarne le tecniche può rappresentare un'ottima base su cui poi costruire con l'esperienza, sia che si scelga un ambito operativo sul campo o che si scelgano professionalità da remoto. L'altra parte è quella relativa ai processi di innovazione. Il settore della cooperazione allo sviluppo, sia che si tratti di attori nazionali sia che si guardi ai soggetti internazionali o multi-nazionali è un settore a forte rischio di cambiamento nel medio periodo, avere una base di studio relativa ai processi di cambiamento e all'innovazione rappresenterebbe un asset utile per le nuove leve che andranno a confrontarsi con le nostre realtà.
Ultimo aspetto è quello relativo alla contabilità, spesso è il canale più semplice per entrare nel settore come prima esperienza (le famose figure di rendicontazione progetti sia nelle sedi italiane/europee sia direttamente sul campo).
Nel programma mancano abilitazioni informatiche, a mio avviso dovrebbero essere obbligatorie (al livello della patente europea del computer ECDL, che è certamente accessibile a tutti). Potrebbe essere anche utile un'offerta formativa sull'utilizzo di software più avanzati per la gestione dei progetti, ma questo può essere un elemento facoltativo. Inoltre, nella laurea magistrale, secondo molti interlocutori sarebbe molto utile inserire per tutti gli indirizzi un corso di inglese specialistico focalizzato sulla terminologia della cooperazione allo sviluppo, ed in particolare sulla capacità di produrre report scritti in inglese. Infine, per chi lavora nella cooperazione la conoscenza di una seconda lingua (a scelta tra francese, spagnolo, cinese o arabo) è quasi indispensabile. Un esame con la seconda lingua andrebbe quindi inserito al secondo anno come obbligatorio (almeno livello elementary).
Un'apposita riflessione è stata avviata in merito alle difficoltà che un laureato in cooperazione incontra nell'inserimento nel mondo del lavoro. Dalla discussione sono emersi alcuni che dovrebbe possedere un cooperante allo sviluppo. Tali elementi sono: i) conoscenza fluente dell'inglese (spesso costituisce una carta in più la conoscenza della lingua e della cultura del Paese di destinazione); ii) eccellente stato di salute e la capacità di adattarsi a situazioni difficili; iii) flessibilità nell'approccio al lavoro, spirito d'iniziativa, equilibrio di giudizio, capacità di lavorare sotto pressione, capacità di stabilire e mantenere proficue relazioni di lavoro con persone di nazionalità e retroterra culturale differenti; iv) disponibilità a viaggiare frequentemente in Paesi in via di sviluppo; v) conoscenza dei più diffusi programmi informatici. L'altro aspetto critico è quello della numerosità dei soggetti che possono professionalizzare i neo-laureti inserendoli nelle proprie strutture. In Italia sono poche; quindi le ragazze ed i ragazzi dovrebbero essere preparati ad agire su contesto globale, prendendo in considerazione soggetti di diversa provenienza in modo da avere un mercato del lavoro potenziale di dimensione pari a quella di chi sceglie percorsi professionali differenti