Obiettivi formativi

Obiettivi formativi specifici
Il CdLm in “Architettura - Rigenerazione urbana” ha l'obiettivo di costruire un nuovo percorso formativo e culturale – comunque coerente con il quadro normativo regolamentare di riferimento e con gli obiettivi formativi qualificanti della classe LM-4 “Architettura e Ingegneria Edile-Architettura” – che risponda alla esigenza di un nuovo profilo di architetto inserito a pieno titolo, in termini culturali e professionali, e non meramente formali, nel contesto europeo, contesto in cui, come si è visto, i temi della rigenerazione urbana svolgono, senza dubbio, un ruolo di particolare rilevanza, così come anche reso evidente a fronte delle principali questioni individuate nell'Agenda urbana europea e internazionale, nonché, più recentemente, anche nell'Agenda urbana nazionale in via di definizione.

Questo, a partire da una lettura strutturale delle dinamiche di trasformazione che interessano l'architettura, le città e i territori contemporanei e dall'esigenza di una profonda revisione dei temi, degli approcci e degli strumenti di intervento a questi connesse, e mettendo a sistema, in modo integrato e multidisciplinare, le “discipline del progetto” afferenti alle Scuole di Architettura e di Ingegneria, in un'ampia accezione che include: la Tecnica delle costruzioni ICAR/09; la Fisica tecnica ambientale ING-IND/11; la Tecnologia dell'architettura ICAR/12; il Disegno industriale ICAR/13; la Composizione architettonica e urbana ICAR/14; il Disegno ICAR/17; il Restauro ICAR/19; l'Urbanistica ICAR/21, integrandole, inoltre, con discipline di altri ambiti, comunque convergenti e indispensabili per il conseguimento dello stesso obiettivo formativo, quali la Geotecnica ICAR/07, la Storia dell'Architettura ICAR/18, la Tecnica e pianificazione urbanistica ICAR/20, l'Estimo ICAR/22, il Diritto Urbanistico IUS/10, la Botanica ambientale e applicata BIO/03, l'Ecologia BIO/07, l'Economia applicata SECS‐P/06, l'Economia aziendale SECSP/07 e la Sociologia dell'ambiente e del territorio SPS/10.
La messa in campo della nuova concezione, che richiama l'imprescindibilità di un approccio di piano e di progetto sperimentale, connotato da alti livelli di integrazione, interdisciplinarietà, interscalarità e iteratività, costituisce la motivazione per fare del nuovo CdLm un vero e proprio “laboratorio per la sperimentazione di nuove modalità della didattica e della ricerca” in tal senso connotate.
In questo contesto:
- l'interdisciplinarietà e l'esplorazione dei modi con cui declinarla costituiscono il principale motore dell'innovazione in architettura;
- il piano e il progetto sono il “manifesto” di un capitale condiviso e non suddiviso tra speculazioni accademiche, che reinterpreta in modo innovato i valori della ricerca e della sperimentazione e il loro forte connotato esperienziale.

Di qui la forma essenzialmente progettuale, laboratoriale e integrata, in termini disciplinari, anche dei singoli insegnamenti (laboratori, laboratori integrati) – peraltro in linea con i requisiti europei – che risponde all'esigenza di reintrodurre a pieno titolo la dimensione sperimentale e progettuale nel percorso formativo, confermandone il senso di prerogativa afferente alle competenze proprie dei professori universitari, così come auspicato da anni dalle Società scientifiche delle “discipline del progetto” e in controtendenza con quanto richiesto dai vari Ordini professionali (CNI e CNA).
Di questo approccio sperimentale e integrato fa anche parte l'inserimento nel percorso formativo di discipline tradizionalmente escluse dai CdL in classe LM-4, come il Design, che si configura come un'attività progettuale il cui scopo è di stabilire complessivamente e simultaneamente le caratteristiche complesse di oggetti, processi e servizi, in questo senso utile anche nel perseguire il carattere di sperimentazione e di integrazione del percorso formativo e dei suoi esiti, attribuendo al designer il ruolo di “integratore di competenze”, e di “facilitatore di processo”, ma anche di progettista alla ricerca di soluzioni utili per la città e per i territori contemporanei.
Il CdLm vuole dunque delineare una nuova figura professionale, quale quella dell'architetto laureato magistrale, in grado di fornire risposte alla nuova complessità della questione urbanistico-territoriale, tecnologico-ambientale ed ecologico-paesistica, inserendola così a pieno titolo nel contesto europeo e delle nuove linee di azione e di ricerca; orientando la didattica nell'ambito tematico della rigenerazione urbana, ambientale e paesaggistica e della riqualificazione del patrimonio culturale, architettonico ed edilizio, per il conseguimento di una sostenibilità storico-ambientale, di un controllo del consumo delle risorse, di una valorizzazione dell'assetto del paesaggio in ambito urbano ed extraurbano.
Un architetto formato per indagare, configurare e sostenere processi di rigenerazione urbana, dedito al progetto come ricerca e come processo di sperimentazione continua; capace di fornire risposte adeguate ai processi di rigenerazione della città contemporanea a tutte le scale e in modo integrato, coniugando la complessità per restituire al progetto della Città e dell'Architettura contemporanee prospettive di equità sociale, di benessere e inclusione, di qualità ecologica, di sostenibilità storico-ambientale, di efficacia ed efficienza nell'uso delle risorse.
Una figura professionale portatrice di una competenza progettuale, tecnica e tecnologica in grado di gestire il carattere di emergenza dei fenomeni e l'intervento in territori, come quelli delle città italiane, fortemente connotati in termini di stratificazione e di fragilità delle diverse componenti, e tuttavia, al tempo stesso, rispondente alle linee di azione e agli indirizzi strategici del contesto e dell'Agenda urbana europea.

Descrizione del percorso formativo
Il curriculum del CdLm è unico e le attività formative previste sono articolate in attività caratterizzanti e affini o integrative.
Le attività caratterizzanti riguardano gli ambiti disciplinari della Progettazione urbanistica e pianificazione territoriale, delle Discipline tecnologiche per l'architettura e la produzione edilizia, della Progettazione architettonica e urbana, dell'Analisi e progettazione strutturale dell'architettura, delle Discipline storiche per l'architettura, delle Discipline estimative per l'architettura e l'urbanistica, della Rappresentazione dell'architettura e dell'ambiente, delle Teorie e tecniche per il restauro architettonico, delle Discipline fisico tecniche ed impiantistiche per l'architettura, delle Discipline economiche, sociali, giuridiche per l'architettura.
Per le attività affini o integrative si punta sull'acquisizione di ulteriori conoscenze applicative nel campo della Tecnologia dell'Architettura ICAR/12, del Disegno industriale ICAR/13, del Disegno ICAR/17, della Tecnica e Pianificazione Urbanistica ICAR/20, dell'Urbanistica ICAR/21, della Botanica ambientale e applicata BIO/03 e dell'Ecologia BIO/07, della Geotecnica ICAR/07, dell'Economia applicata SECS‐P/06, dell'Economia aziendale SECSP/07, della Sociologia dell'Ambiente e del territorio SPS/10.
Lo studente avrà la possibilità, attraverso gli insegnamenti a scelta e la prova finale, di personalizzare la propria formazione.
Il percorso formativo si struttura intorno all'esperienza del progetto, inteso come dimensione sperimentale nei suoi aspetti teorici e operativi, ed è articolato in Laboratori Monodisciplinari, Laboratori Integrati e Corsi Monodisciplinari.
La maturazione delle abilità progettuali si persegue all'interno dei Laboratori, strutture didattiche di sperimentazione, a carattere applicativo e progettuale, che riproducono le complessità dei processi di rigenerazione urbana e consentono agli studenti di formarsi nell'ottica del lavoro interdisciplinare.

Il Regolamento didattico del Corso di Studio definirà, nel rispetto dei limiti normativi, la quota dell'impegno orario complessivo a disposizione dello studente per lo studio personale o per altre attività formative di tipo individuale.

Il titolo finale di II livello sarà conferito a studenti che abbiano dimostrato la capacità di acquisire conoscenze ed esperienze, di valutarle e di rielaborarle ai fini della formazione di un giudizio autonomo e originale, così da essere in grado di affrontare e gestire in modo innovativo problemi complessi e di interesse emergente.
In particolare, lo studente deve dimostrare abilità nella gestione autonoma e nella pianificazione e progettazione consapevole di temi complessi nel settore della progettazione architettonica, urbana e urbanistica, del paesaggio, con l’obiettivo di restituire soluzioni innovative e sostenibili negli ambiti delle sue specifiche competenze.
Il conseguimento di tali capacità di giudizio critiche e autonome richiede la frequenza attiva degli insegnamenti caratterizzanti e affini o integrativi, così come previsti dal percorso formativo, con particolare riferimento ai Laboratori Monodisciplinari, Laboratori Integrati e Corsi Monodisciplinari.
Il pieno raggiungimento di tale requisito sarà conseguito e sperimentato nel corso dell’elaborazione della tesi, che occupa uno spazio significativo nel Corso di Studio (oltre ai CFU specificamente riservati, devono intendersi a tal fine orientate anche le attività a scelta dello studente e le possibili opzioni), quale momento in cui si manifesta e si verifica la capacità di elaborazione autonoma.

Il titolo finale di II livello sarà conferito a studenti che, avendo dimostrato l’acquisizione e la capacità operativa rispetto alle conoscenze teorico-metodologiche, tecniche e progettuali, proprie del percorso formativo, siano in grado di comunicarle, in modo efficace e innovativo, sia in ambiti teorici, sia all’interno di proposte di piano e progetto, ponendosi in modo originale e consapevole all’interno del quadro normativo, politico, culturale e disciplinare, nel contesto nazionale e internazionale. Sapendo, pertanto, interloquire con la comunità scientifica, ma anche con il sistema politico, con la pubblica amministrazione e con la società civile, pure utilizzando sia strumenti di comunicazione avanzati e multimediali nell’ambito della rappresentazione e del design, sia forme diverse di linguaggio, verbale e scritto-grafico.
Il conseguimento di tali abilità richiede la frequenza attiva degli insegnamenti riferiti alle discipline caratterizzanti, affini o integrative, e opzionali, consentendo allo studente di apprendere e utilizzare, a partire dalla pluralità delle discipline coinvolte, le relative, specifiche, forme di comunicazione.
Questo motiva, peraltro, la presenza tra le discipline affini del Design (ICAR/13) e tra le discipline affini, oltre che tra le caratterizzanti, del Disegno (ICAR/17).
La forma del laboratorio assicura, inoltre, il pieno possesso delle capacità espressive e illustrative specifiche del piano e del progetto.
Le abilità acquisite sono costantemente monitorate e verificate sia nell’ambito dei corsi e dei laboratori, sia attraverso l’elaborazione della tesi finale.
La verifica avverrà a fronte di prove di esame e prove intermedie in itinere, oltre che attraverso eventuali momenti seminariali conferenze, viaggi di studio e workshop specifici, in cui gli studenti avranno ulteriori opportunità di migliorare le proprie abilità comunicative.
Tale abilità sarà, inoltre, oggetto di specifica valutazione nella sede di discussione della prova finale.

Il titolo finale di II livello sarà conferito a studenti che abbiano sviluppato una elevata capacità di apprendimento autonomo, che consenta loro di aggiornare e accrescere con continuità le proprie conoscenze e competenze, individuando percorsi autonomi di studi, anche finalizzati all’accesso a percorsi post lauream e di alta formazione (Master, Dottorato o Scuola di specializzazione) di autoformazione e di autoaggiornamento.
L’acquisizione di tali capacità avverrà nell’ambito del percorso formativo, sia attraverso la frequenza degli insegnamenti, i cui contenuti saranno comunque caratterizzati da un approccio critico alla conoscenza, legato all’apprendimento di corpus disciplinari autonomi, che trovano nei laboratori il campo dialettico di verifica, all’interno di esperienze concrete di progettazione; sia attraverso contributi specifici, volti ad ampliare il quadro delle competenze per accedere a metodologie, strumenti e applicazioni innovative.

A ciò si aggiunge la possibilità di integrare gli studi attraverso l’utilizzo dei Laboratori specialistici del Dipartimento PDTA e della Facoltà (Laboratorio Photomedialab, Laboratorio Factory, Laboratorio Progetto Roma, Cesma, ecc.), l’accesso alla rete delle biblioteche universitarie dipartimentali, di Facoltà ed europee, a spazi mostra, ecc.

La verifica delle capacità avverrà, soprattutto, attraverso le prove di esame, strutturate in modo da evidenziare l’autonomia nell’organizzare il proprio apprendimento.

Il modello ordinamentale prescelto consente, infatti, allo studente di determinare un orientamento nella propria formazione, convergente su una base comune interdisciplinare in cui teorie, tecniche, discipline storico-critiche, scienze umane (economiche e sociali), scienze naturali svolgono un ruolo rilevante, finalizzato all’esercizio della progettazione architettonica, urbanistica, tecnologica, del restauri e del paesaggio alle varie scale.
Le capacità acquisite saranno costantemente monitorate e verificate sia nell’ambito dei corsi e laboratori, sia in sede di elaborazione della tesi finale.